Luoghi, vissuti e costruiti dall’uomo, ma osservati senza la presenza umana. La luce tersa, mattiniera, ritaglia gli spazi e le forme. Gloder ci offre la sua visione, avvenuta senza distrazioni, permettendoci di cogliere le forme degli spazi architettonici e lineari di una Verona riconoscibile ma silenziosa. Entriamo in punta di piedi, come se sbirciassimo un luogo intimo, assopito e celato, nel silenzio di una mattina in tempo di quarantena pandemica. Con gli scatti di Gloder siamo voyeur autorizzati, osservatori curiosi, dallo spioncino di una macchina fotografica, di una Verona eterna.
testo a cura di valeria nicolis